Kyusho Jitsu e Dim Mak

Dim Mak è un antico metodo chiamato anche “tocco della morte”. Ha origini millenarie e proviene dalla Cina, si pensa dai monaci shaolin che studiando i punti dell’agopuntura, i meridiani e le cure che potevano essere applicate, constatarono poi che altri punti, non meglio identificati, anziché portare beneficio, non dovessero assolutamente essere “toccati”, con aghi, moxa (carboncino con la punta accesa che si avvicinava per scaldare certi punti) o dita della mano. Difatti questa arte “proibita” permetteva di arrecare gravi danni, malori o addirittura la morte anche a distanza di mesi o anni per cause apparentemente naturali (es. toccando un determinato punto sulla spalla si poteva causare morte per polmonite o pleurite) e veniva tramandata solo a livelli altissimi in poche scuole di arti marziali. Per padroneggiare correttamente questo metodo non basta sapere il punto preciso da colpire, ma anche come colpirlo e, soprattutto cosa più difficile, come curare da eventuali colpi portati o subiti.

 

 

I Giapponesi codificarono ulteriormente il Dim Mak durante la seconda guerra mondiale, vedendo che nel combattimento corpo a corpo contro i soldati americani avevano poche possibilità di vittoria quindi usando i prigionieri di guerra e chiamando a raccolta tutti i maggiori esperti di arti marziali, fecero esperimenti per verificare quali punti potevano essere toccati durante un combattimento a mani nude per avere una sicura vittoria ma non poterono sperimentarlo sul campo a causa delle bombe su Hiroshima e Nagasaki e conseguente resa giapponese.

Tuttavia il lavoro eseguito non fu vano e si pensa che tale attività fu ricodificata e migliorata ulteriormente per poi essere insegnata a operatori di corpi speciali altamente addestrati, agenti dei servizi segreti e così via mantenendo quel velo di mistero che avvolge tuttora questa mistica metodo marziale.

Metodo che a oggi viene divulgato e promosso dalla D.K.I. , la scuola più importante e la più riconosciuta a livello mondiale.